Comportamento: i gatti domestici hanno un tasso di predazione molto più alto rispetto a quello degli altri predatori selvatici. Queste le risultanze di uno studio americano condotto su oltre 900 gatti in tutto il mondo

(Foto dal sito zooplus.it)

Vabbè dai, ci voleva lo studio americano per arrivare ad una verità ovvia e lapalissiana per tutti i possessori di gatti e cioè che nella caccia, superano di gran lunga gli altri predatori selvatici, al punto da avere un impatto non trascurabile sulla fauna circostante.

Ma spieghiamoci meglio e vediamo come sono arrivati a questa conclusione gli scienziati della NC State University e dal North Carolina Museum of Natural Sciences, nella loro ricerca pubblicata di recente sulla rivista Animal Conservation.

Prima di tutto, segnaliamo come l'approccio metodologico seguito dagli scienziati americani ha consentito di stabilire alcuni presupposti di base per la validità dei dati della ricerca e cioè che i nostri gatti risultano i cacciatori migliori dell'intera famiglia felina, in quanto, proporzionalmente, nel piccolo territorio di riferimento, cacciano molto di più dei loro cugini selvatici.

E' stato infatti appurato che un gatto caccia di tutto, uccelli, lucertole, gechi, topi e qualsiasi altra creatura vivente, nel raggio di poche centinaia di metri dalla propria casa. Non è loro abitudine, dunque, allontanarsi dai paraggi dell'abitazione, anche perché, e non c'è bisogno di essere scienziati americani per dirlo, il gatto non è spinto ad andare oltre, non dovendosi procacciare il cibo. Ma resta il fatto che, in percentuale, valutando la poca vastità della zona di caccia, il gatto è un predatore molto più temibile del leone o della tigre.

Certo è che tale aspetto, è stato a lungo ed analiticamente studiato dagli scienziati e non solo americani. La ricerca di cui vi abbiamo testè parlato, infatti, è solo l'ultima, in ordine di tempo, tra le ricerche che si sono occupate di questo specifico tema.

Lo studio, poi, è stato condotto senza limitazione alcuna di mezzi, visto che sono stati tracciati i movimenti di ben 900 gatti domestici, che vivono in sei diverse nazioni, dunque, una base più che attendibile per le conclusioni che abbiamo visto.

Interessante, nel merito, la dichiarazione di Npr Roland Kays, primo autore del lavoro, il quale, dopo aver commentato "All’inizio mi sembrava una buona notizia, che implicava il fatto che non potessero fare chissà quanti danni", ha dovuto poi ricredersi, avendo dimostrato che le prede dei gatti domestici, in alcuni casi, arrivavano addirittura a più di dieci tra uccellini, roditori o lucertole ogni mese, per non contare quelli che avevano mangiato fuori o non riportato indietro. 

Da qui, la conclusione citata e ciò che il tasso di predazione dei gatti domestici, almeno relativamente alla fauna che vive nei dintorni delle loro case, è molto alto, tra quattro e dieci volte maggiore rispetto a quello degli altri predatori 'liberi', la cui azione, però, è 'spalmata' su aree più grandi.

A ciò, si aggiunga che uno studio pubblicato su Nature Communications ha stimato che gatti domestici e non, nel complesso, possono arrivare a eliminare fino a 4 miliardi di uccelli e 22 miliardi di mammiferi ogni anno. Numeri davvero impressionanti.

Ma come fare per evitare un simile sterminio?. Una soluzione semplice quanto efficace, è quella proposta dall'ornitologa della St. Lawrence University, Susan Willson, la quale, per limitare i danni provocati dal suo gatto, Gorilla, gran cacciatore di uccellini, ha fatto indossare a lui ed a una dozzina di suoi colleghi cacciatori, un collare dai colori particolarmente sgargianti. Ciò a messo sull'allerta gli uccelli e pare che il sistema abbia funzionato, essendo il numero di uccelli catturati molto diminuito. Certo, peccato per i roditori, i quali, avendo la sfortuna di vedere in bianco e nero, non vengono allertati dai colori sgargianti dei collari.


4❤aMe


Fonte:
Articolo "I gatti domestici cacciatori inesorabili" di Sandro Iannaccone per repubblica.it del 22/04/2020

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